Tutte le attività di vendita sono a rischio di impresa. Ma sono esposte a pericoli che arrivano da altri fronti. Una causa legale può mettere in serio pericolo la tua attività in ogni momento.
1 – I rivenditori sono responsabili per i difetti dei loro prodotti?
I rivenditori sono abituati ad affrontare il diritto di recesso, il ripensamento che cliente che può esercitare entro 14 giorni dal ricevimento della merce.
Sono poco abituati ad affrontare il difetto di conformità quando il prodotto
- presenta un difetto di funzionamento non riscontrato al momento dell’acquisto ma nel corso dell’utilizzo da imputare a un difetto di produzione;
- risulta difforme tra quanto presentato dal venditore o da quanto promosso e pubblicizzato dal produttore e quanto ricevuto al momento dell’acquisto;
- c’è stata un’errata spedizione, nel caso di acquisti fatti su ordinazione o a distanza;
- si è riscontrato un problema a livello di installazione, nel caso di beni o servizi che includano nel prezzo di vendita anche l’installazione da parte del venditore o di un incaricato da quest’ultimo.
E se il prodotto fosse pericoloso?
Quando un prodotto si rivelasse pericoloso, dare la colpa al produttore è una mossa ovvia da fare. Ma cosa succede se stai solo rivendendo il prodotto tramite arbitraggio o se sei un venditore che vende su marketplace come Amazon?
2 – I marketplace come Amazon sono responsabili per i difetti dei prodotti venduti sui marketplace?
Ad agosto 2020 una Carte d’Appello in California ha messo in discussione la non responsabilità di Amazon come marketplace
Angela Bolger, una cliente, compera su Amazon una batteria sostitutiva di un computer portatile da un seller. Dopo qualche mese la batteria esplode e le provoca gravi ustioni di terzo grado.
Nonostante Amazon fosse in questo l’intermediario della vendita che ha messo a disposizione lo spazio per generare la vendita,
3 – La violazione della proprietà intellettuale
Questo è un argomento molto dibattuto e complesso.
Riguarda gli ecommerce e riguarda la vendita online su Marketplace come Amazon.
In ballo ci sono molti soldi e molti interessi.
La violazione della proprietà intellettualecoinvolge brand e rivenditori.
Molti brand si stanno accorgendo oggi che sono presenti su Amazon “a loro insaputa” e affrontano la questione con il cipiglio di chi vorrebbe mettere tutti in riga.
Le questioni sono complesse, esiste il diritto alla vendita, sempre che non si tratti di distribuzione selettiva ed esiste il diritto alla tutela dei segni distintivi.
4 – Conflitti di canale e prezzi di vendita
È facile pensare che si possano regolare i prezzi di vendita e che sia possibile indicare un prezzo consigliato, con possibili sanzioni per il venditore che non rispetta il prezzo consigliato.
In Europa non sono ammesse restrizioni che impediscano la competizione economica e si parla, a sproposito, di distribuzione selettiva come di una soluzione facile da applicare.
5 – Responsabilità in caso di violazione dei dati e questioni relative alla privacy
Tutti i commerci si basano sulla fiducia.
Molto di più l’ecommerce che chiede informazioni importanti ai rivenditori e che si impegna a garantire e tutelare la privacy dei clienti.
Sono in aumento gli attacchi ad eCommerce e a piattaforme online, con richieste di riscatto e minacce di diffusione dei dati di cui si è venuti in possesso.
Gli incidenti succedono, ma a volte alla base dell’incidente c’è una sostanziale incuria e sottovalutazione del rischio.
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