Non ho fatto in tempo a capire se Whopper Sacrifice fosse un successo che Facebook ha “sacrificato” la campagna con l’annuncio che appare in tutta evidenza.
Questa la storia prededente: Burger King, una catena di fast food, crea un’aplicazione su Facebook che in cambio del “sacrificio” di dieci “amici” ti da la possibilità di ricevere un Whopper, un bell’hamburgerone. La promozione è valida solo per il mercato Usa.
Ne hanno parlato in tanti, domandandosi “funziona o non funziona”, ne ha raccontato con la consueta competenza Alex Badalic su Un Flop per Burger King ? da leggere con attenzione sia per il contenuto che per i commenti. Io mi sono incuriosito e ho scritto privatamente ad amici americani, ed ho pubblicato sull’applicazione la mia disponibilità ad essere sacrificato, per vedere cosa succedeva. Insomma se proprio mancava il decimo amico, io ero “sacrificabile”. Volevo vedere quale messaggio mi sarebbe arrivato, da Facebook o da Burger King.
Niente, neanche l’emozione di perdere un amico per una nobile causa, che Facebook rimuove la campagna. Lo aveva già fatto con Budweiser, tra l’altro prima che fossero in vigore le regole sulla pubblicità delle bevande alcoliche.
Facebook argomenta la chiusura della campagna di Burger King, affermando che togliere, anche temporaneamente, alcuni amici e comunicare loro la notifica di rimozione, viola la privacy.
In realtà non capisco dove e come la privacy sia violata, ammesso che al momento dell’installazione di una qualsiasi applicazione, io accetto che questa usi e condivida tutte le mie informazioni private.
Si può pensare che a Burger King possa anche non dispiacere la notifica della chiusura, visto che comunque farà il giro del mondo alimentando discussioni varie.
Vuol dire quindi che il prossimo obiettivo di una campagna di marca su Facebook è trovare un modo di farsela chiudere?