All’interno del complesso mondo degli outlet è interessante notare il modo in cui viene rappresentata la merce e gestita l’esposizione.
Mi riferisco in particolar modo agli outlet village, alle città outlet che riproducono una struttura urbana, con piazze, strade, portici, lampioni ed arredo urbano.
Finestre, tetti, bugnato sui muri esterni, pavimentazione stradale costruiscono un set cinematografico in cui si svolge la rappresentazione della merce.
E’ particolarmente interessante quando si confronta questa architettura scenografica con la struttura dei centri storici italiani. L’esempio più eclatante è Mondovicino, collocato ai piedi della collina di Mondovì. Da una parte il paese vero e reale con il suo centro storico, dall’altra la città nuova degli acquisti costruita apposta con tale scopo.
Ma qual’è vero e quale finto ?
E’ vero il paese antico che perde la sua funzione di aggregazione commerciale, o è vera la città finta costruita per questa funzione d’uso ?
Altro esempio interessante è l’appena inaugurato outlet a Noventa di Piave. A poca strada da Venezia, la tipologia è la citta rinascimentale toscana, che fa un effetto straniante nella campagna veneta e a due passi da Treviso e Portogruaro che hanno forti legami con la città lagunare, non fosse altro per gli scorci visuali che si hanno in queste città.
In qualche modo, tutto questo ha un legame con la politica che da almeno trent’anni viene seguita nelle città italiane, anche le più piccole, a tutela dei centri storici. Se è vero che sono un patrimonio incredibile della nostra cultura, è altrettanto vero che spesso sono stati congelati in una dimensione atemporale. Sono stati fissati in un tempo rigido che non tiene conto delle stratificazioni successive, e le funzioni che nel tempo si sono evolute sono state stravolte. Penso alla funzione abitativa, che nel momento in cui si ristrutturano i palazzi e si riportano le unità alle superfici per cui erano state costruite, non sono più disponibili ad essere abitate per la grandezza degli spazi e per i costi elevatissimi. Lo stesso vale per le insegne, per gli strumenti a sostegno delle strutture commerciali che non riescono più a mantenere vivo e stabile un centro storico. In qualche modo i centri storici diventano luoghi della memoria e del passeggio domenicali, ed i luoghi del commercio si trasferiscono in finti centri storici che lo stesso pubblico mostra di apprezzare per la loro funzione commerciale.
Un fenomeno interessante, con notevoli implicazioni su come viene costruito lo spettacolo della merce e sul rapporto tra il vero e la sua rappresentazione.