La parola che perderà significato nei prossimi anni sarà e-commerce.
Ecommerce identifica una specificità che non esiste più, una idea del commercio online che sia diverso dal commercio.
E’ sempre vendere e comprare ed il passo del cambiamento accelera, trainato dai consumatori e non dalle aziende.
Capiterà veloce e non ci saranno più gli e-commerce che oggi conosci.
Ce ne accorgeremo perché non ci saranno più elementi di navigazione sui siti online che oggi stiamo pensando indispensabili.
Succederà. E cambieranno anche i paradigmi della ricerca.
Se sei attento ci sono alcuni segnali che ti dicono che il cambiamento è in atto: dovresti cominciare a pensare come adattare il tuo business online al cambiamento.
I menù a discesa sono stati una pietra miliare della navigazione fin dagli albori di Internet. Sono innumerevoli i siti che continuano ad usare i menù a discesa come fondamentali nella navigazione. Il presupposto è che la vendita sia governata dalla ricerca e dallo sfogliare di un catalogo razionale.
Abbigliamento/uomo-donna/stagione/categoria/funzione/prodotto.
Macro prodotto/regione/categoria/sottocategoria/tipo/prodotto finale/ ecc.
Ma nella sua forma attuale il menù a discesa non può funzionare sui dispositivi mobili. E se la percentuale di traffico sui siti web è aumentata del 35% dal 2012 al 2013, arrivando oggi al 31% del totale, non funziona l’organizzazione di navigazione prevista dai menù a discesa.
Il menù a discesa prevede una navigazione che parta dalla home, da un processo di ricerca che esclude l’acquisto d’impulso. Una cosa che corrisponde ai negozi di 50 anni fa, con le merci negli scaffali, il cellophane, i banchi divisori, i commessi dietro i banchi. Come non ci fosse stata la rivoluzione del merchandising degli anni ’70. Eppure ci sono molti siti di successo che si basano su altro.
Vorrei anche dire di più: l’esperienza d’uso dei clienti, la loro capacità di mettere assieme online ed offline, decreterà vincitori e vinti. Il menù a tendina sparirà.
Slider e caroselli.
Il carosello. Lo slider, è quell’elemento che porta in rilievo più elementi del contenuto di un sito, in modo da far stare “sopra la piega” più elementi utili al navigatore. Lo slider è impostato su un ciclo temporale.
Ma se i navigatori usano sempre più tablet e smartphone ed una parte dei notebook sono convertibili (la tastiera è un elemento che si aggancia ad un tablet), è facile che prevalgano blocchi di contenuti adattivi che riempiono lo spazio.
Cambierà lo slider verso una galleria basata sull’interazione, Mi piace, Condividi, ecc.
Browser inutili.
Quanto lavoro per adattare un sito ai browser vecchi e non fruibili.
E’ un fatto che se ti abitui a navigare su Chrome difficilmente torni ad Explorer. Nel novembre 2013, Google ha annunciato che smetterà di sostenere IE9, segno che anche Microsoft sta pensando a browser innovativi.
Così, vendere online sarà più facile.
Skeumorfismo.
Lo skeumorfismo propone nel design digitale quello che si trova nella vita reale. La carta per il blocco note, il finto metallo di alcuni pulsanti, la trama di un tessuto: oggetti reali sotto forma grafica. Di per sé non è negativo: le app sono più reali e l’associazione con oggetti quotidiani è più facile. Apple è stata la principale sostenitrice dello skeumorfismo, Google ha sempre abbracciato il design piatto. La quota di mercato sovrastante di Android sta cambiando lo scenario e si spegne (forse) lo skeumorfismo.
Flash.
Continua la discesa di Flash. Anche se Flash è ancora disponibile e supportato, non ottiene l’ amore sviscerato di una volta. Sarà difficile trovare siti importanti che utilizzano componenti Flash.
Hosting condiviso.
Hosting condiviso non è sinomino di servizio di cattiva qualità, sia chiaro. Ma perché avere dell’hosting condiviso quando si possono avere servizi migliori, in cloud o in server virtuali, che competono per qualità e prezzo?
m.sites
Fino all’adozione del responsive design, c’era solo un buon modo per fornire contenuti agli utenti che visitano i siti su un tablet o un dispositivo mobile: leggere la richiesta iniziale, controllare il dispositivo dell’utente, e reindirizzare ad una versione mobile del sito stesso. Il sito mobile doveva esistere come una base di codice separato con una serie completamente diversa di funzioni.
Ogni volta che aggiornavi una versione del sito, dovevi fare lo stesso sull’altra versione, complicando la manutenzione ed i costi di sviluppo.
Oggi sono stati risolti i problemi che avevano le piattaforme pubblicitarie a trasformare in mobile o in desktop le inserzioni a seconda del device.
“Responsive design” è ormai un termine familiare ed i vantaggi economici per sostenere una singola piattaforma, piuttosto che due livelli di presentazione sono chiari.
E’ facile dire che tutto cambia, che anche le pagine web non saranno più le stesse, che siti come Quartz ispirano un modo nuovo e migliore di organizzare anche vendite online.
Ma sta succedendo e la rivoluzione commerciale avverrà lasciando sul campo molti che si sono illusi che fosse facile agganciarla, semplicemente ripetendo cose che hanno decenni di vita e proponendole come novità online.
fonti questo post:
Goodbye to 8 Design Elements Whose Time has Come
Walker Sands’ Q4 2013 Mobile Traffic Report