Il commercio è sempre stato sociale. L’acquisto di beni e servizi nel mondo reale è una forma di intrattenimento sociale e da sempre ci rivolgiamo alle persone che conosciamo per avere consigli sui prodotti e sui servizi. Questa dimensione sociale invece non si riflette ancora abbastanza nell’esperienza di ricerca sui siti di ecommerce online.
Il fenomeno che sta succedendo è che le tecnologie sociali irrompono nel commercio online, come è già successo nel gioco, nella musica e nelle notizie.
1 – Rendere più “televisiva” la partecipazione degli utenti?
Gli utenti si incontrano e si sintonizzano su Facebook per divertirsi e per scoprire qualcosa. Il principio fondamentale sembra essere la serendipty: cerco una cosa e ne trovo un’altra, in un movimento del tutto casuale. Le esperienze di commercio oggi sono invece fortemente guidate dalla ricerca:infatti parliamo sempre di intento del visitatore e scopo della pagina.
eBay ed Amazon sono luoghi perfetti per per comperare qualcosa, ma bisogna già essere nella piazza del mercato, ed oggi sono insufficienti per chi vuole navigare in modo casuale per divertirsi.
La situazione è tale che sembra necessario aggiungere un livello superiore all’immagine dell’imbuto di navigazione, che è l’immagine ormai consolidata del movimento che dovrebbe trasformare i visitatori in clienti. E questa parte superiore dell’imbuto è formata sia dalla ricerca che dalla navigazione casuale, alimentata dalla serendipty.
Questo nuovo livello impatta con tutta probabilità la stessa presentazione dei prodotti.
2 – Al di là degli amici.
L’esperienza sociale su Facebook è definita dagli amici. Il comportamento del consumatore è però anche informato da cerchie più ampie e diverse degli amici. Cerchie che si basano sulla fiducia in caso di acquisti di alcuni prodotti, cerchie che si basano sulla competenza in caso di altri acquisti. Un conto è comperare un oggetto di uso comune, un conto è acquistare un’auto o un bene che comporti una spesa ben superiore. La stessa percezione del valore del bene, o della sua esclusività, può essere condizionata da cerchie di competenza o di appartenenza diversa.
Per essere pienamente coinvolti nel commercio sociale occorre qualcosa di più del solo grafo di Facebook, come altre persone che condividono una particolare passione. Serve anche un Social CRM per conoscere le comunità di clienti al di là degli utenti e degli amici degli utenti. Bisognerebbe personalizzare una esperienza sociale basata non solo sul profilo di un utente, ma anche su quello che fa la comunità degli utenti.
3 – Footprint nativo su Facebook.
Avere un footprint nativo su Facebook – un negozio che chiude la vendita su Facebook senza riportati nel tuo ecommerce – è critico per almeno due ragioni.
- Per ottenere buoni risultati è necessari che gli utenti siano impegnati nel newsfeed di Facebook, perché gli utenti sono già in un contesto sociale.
- E’ difficile integrare in modo aggressivo l’esperienza sociale in un tradizionale sito di e-commerce che è costruito e sintonizzato per convertire gli utenti all’interno di una esperienza guidata dalla ricerca. E’ più facile innovare con il social commerce su Facebook dove gli utenti si aspettano una vera esperienza sociale.
Insomma, il social commerce richiede molto più che una proliferazione di bottoni di condivisione e di connessione. C’è bisogno di produrre una esperienza di commercio veramente nuova e che passa attorno alle persone che condividono interessi e passioni, dove la strada da fare sembra ancora lunga.