Martedì 12 luglio la Corte Europea si è espressa nella causa che opponeva L’Oreal ad eBay.
Una sentenza molto attesa e che contrapponeva L’Oreal ad eBay fin dal 2007 e seguita con interesse sia dai marchi che dai commercianti online.
La sentenza dice che qualsiasi sito che svolga un ruolo attivo nella pubblicizzazione dei prodotti è passibile di rivendicazioni per la violazione dei diritti del marchio, nel caso che i prodotti in vendita siano contraffatti.
In altri termini, le società come eBay ed i vari marketplace, debbono assumere un ruolo più attivo nel contrasto alla contraffazione, se non vogliono essere ritenuti responsabili come i venditori di merce contraffatta.
Non solo prodotti contraffatti, ma anche di importazione parallela.
L’Oreal, e con essa anche altri marchi, si preoccupa per i prodotti che sono falsi puri, ma anche per il fatto che i clienti europei possano avere accesso ai suoi prodotti che non siano originariamente destinati al mercato europeo, secondo la pratica che viene definita di importazione parallela.
eBay ha invece lo scopo di fornire una piattaforma sicura per il commercio online dove privati cittadini ed imprese possano vendere i prodotti tra loro.
Questo mercato aperto è grande ed indispensabile alla libera circolazione delle merci, ma il commercio di merci contraffatte o senza licenza è comprensibilmente visto come dannoso da parte delle imprese che vengono loro malgrado coinvolte.
Un problema molto serio da non sottovalutare.
Nella economia globale ci vuole poco sforzo per produrre un prodotto falso e come sappiamo tutto può essere falsificato. Ma se una volta la distribuzione dei prodotti falsi avveniva nel banchetto improvvisato, oggi si possono raggiungere grandi volumi di vendita a basso rischio vendendo online ed utilizzando i marketplace a questo scopo.
L’ascesa del commercio online ha creato degli scenari che la legislazione non aveva mai preso in considerazione. Si scontrano molte esigenze legittime:
- i diritti dei proprietari dei marchi di avere la massima tutela sui loro prodotti,
- i diritti dei consumatori di essere tutelati nel loro acquisto evitando che comperino merci contraffatte,
- i diritti dei venditori di vendere le merci legittimamente possedute e di promuoverne l’acquisto senza ledere i diritti dei possessori del marchio.
La risposta di eBay.
In risposta alla decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea, Stefan Krawczyk, Senior Director and Counsel Government Relations di eBay Europe, ha dichiarato:
Consigli utili per i commercianti.
1 – Accertarsi di essere autorizzati a vendere online i prodotti che comperate da un marchio.
Quando firmi una proposta di acquisto verifica che le condizioni generali di acquisto ti permettano di vendere online i prodotti che comperi.
2 – Attenzione a riprodurre i marchi registrati.
Il bene più prezioso per un’azienda è il proprio marchio che non va distorto, riprodotto in modo erroneo ed il cui utilizzo deve essere subordinato al permesso del titolare del marchio stesso.
3 – Attenzione alla catena della fornitura.
Ritornando al caso specifico: la distribuzione dei prodotti della L’Oréal avviene mediante un sistema chiuso di distribuzione, nell’ambito del quale è vietato ai distributori autorizzati di fornire prodotti ad altri distributori. Sono anche altri i distributori che adottano una simile politica. La cosa migliore è informarsi bene delle condizioni di vendita, di quello che è permesso e di quello che non si può fare.
4 – I prodotti di marca vanno venduti con tutti i loro segni distintivi e le confezioni.
Sempre nel caso in esame i commercianti vendevano online prodotti che erano campioni a disposizione per la promozione, togliendoli dalle scatole originali, privandoli di alcuni segni distintivi.
I prodotti vanno venduti nella loro confezione originale con i loro segni distintivi, in caso diverso si potrebbe trattare di contraffazione del marchio.
5 – Non si vive di soli marchi famosi.
La richiesta di prodotti di marchi è alta, ma è anche molto alta l’offerta e non sempre vendere quello che tutti chiedono, o si pensa possano chiedere, è un buon affare. Molta concorrenza, margini esigui, rischi elevati.
E’ molto più produttivo costruire un modello di business che punti ad una nicchia, che individui una proposta unica davvero interessante e che ti faccia distinguere dalla massa dei venditori che, anche se in possesso di prodotti di marca, potrebbero essere indistinti rispetto ad una proposta molto meglio costruita.
Fonti e riferimenti.
La sentenza della Corte Europea
La risposta di eBay
Il commento di Eurolegal pubblicato sul blog di Stefano Quintarelli che riporta la notizia della sentenza europea