Rachel Botsman e Roo Rogers sono gli autori di “What’s mine is Your, the Rise of Collaborative Consumption” e lo definiscono come il risultato di affittare, noleggiare, scambiare oggetti usando la tecnologia ed il peer to peer. Sempre secondo gli autori di questo interessante libro, il consumo collaborativo sta passando dalla funzione di assolvere alcuni aspetti pratici alla natura di vero e proprio movimento.
Un movimento in rapida evoluzione
Un primo esempio è tratto dal mercato automobilistico.
Si può passare dalla costruzione e vendita di automobili in proprietà individuale, all’affitto delle auto – car sharing -come descritto su Zipcar, StreetCar, GoGet, per arrivare fino alla locazione di vetture in P2P, e si può vederlo in azione su DriveMyCar, GetAround, RelayRides, WhipCar.
Un secondo esempio è preso dal mercato del danaro
In questo caso si passerebbe dal sistema bancario come lo conosciamo, a dei sistemi di prestito tra privati – Zopa, Peepex – a dei veri e propri sistemi di moneta alternativa – Superfluid oppure Batercard.
Il consumo collaborativo modifica il modo di fare affari
e reinventa non solo quello che si consuma, ma come si consuma.
Le direttrici si possono individuare in alcuni elementi:
- sistemi che trasformano prodotti in servizi, si paga per utilizzare un prodotto senza aver bisogno di acquistarlo;
- mercati di redistribuzione, che organizzano la redistribuzione di prodotti acquistati quando vengono dismessi e possono essere riutilizzati;
- stili di vita collaborativi, per cui persone con interessi simili si accordano per condividere beni, tempo, spazi, competenze. E’ il caso del Coworking, del Co-housing, ma anche i gruppi di acquisto ed i gruppi di vendite private.
La lista dei siti web che permettono queste opportunità è lunga e si sviluppa in molte tematiche.
- Lo scambio di case con Home Link International e HomeExchange
- Affitto di stanze o di posti sul divano per dormire una notte Airbnb e Couchsurfing
- Parcheggio in città ParkAtMyHouse
- Passione per il giardinaggio e gli orti Urban Garden Share, Landshare
- Prestito di apparecchi e di attrezzature Zilok
- Libri, cd, dvd swap
- Abbigliamento per bambini thredUP
- Condivisione di competenze Teach Street oppure Brooklyn Skill Share
- Scambio di oggetti regalati Kashless ,Freecycle ed ancora Ressourceries
La lista potrebbe allungarsi, dai mercatini di scambio, alla pecora in affitto di Sardinia Farm, e sono tutte cose che esistono da molto tempo, hanno radici profonde nella storia, i contratti verbali, il baratto, l’uso delle parti comuni, gli scambi tra famiglie, le reti di sostegno parentali.
Internet amplifica gli effetti, mette in relazione possibilità che sembravano marginali e le pone al centro dell’attenzione. Si creano legami di interesse e di opportunità che aprono nuove prospettive economiche: queste possono essere di nicchia, perché legate a particolari condizioni di vita in particolari aree, che prospettive generali perché rispondono a domande di tipo generale.
Più facile sicuramente la locazione P2P delle auto in aree regionali policentriche, più complessa in altre situazioni.
Per stare al secondo esempio, il danaro, sarà molto interessante vedere cosa esce da due spinte tra loro contrastanti: la crisi economica e finanziaria con la tensione attuale sulle monete e la creazione di monete virtuali, i micropagamenti, ed in genere la creazione di nuova moneta per mezzo di aziende che non hanno rapporti con le tradizionali organizzazioni statali e bancarie.
Mi sembrerebbe perciò del tutto fuori luogo mettere un cappello ideologico, perché in questo movimento ci sono dentro sia modelli di business che propongono nuove organizzazioni sociali e di scambio, che aziende che nulla hanno di altruista nella loro costituzione e realizzano grandi profitti senza porsi problemi di alternative sociali.
Vedi ad esempio Vente Privée che è attesa per 900 milioni di euro di volume d’affari nel 2010 oppure Groupon che ne realizza quasi 500.
E’ però un fenomeno interessante che può trasformarsi rapidamente da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa.