L’ecommerce in Germania ha un grande problema da risolvere: le truffe sui pagamenti.
Tutto ha a che fare con un sistema molto diffuso e offerto dall’81% dei commercianti online in Germania: il pagamento posticipato della fattura,
Ma perché la vendita al dettaglio online tedesca è particolarmente soggetta a questo tipo di frode? Ha tutto a che fare con il metodo di pagamento preferito dagli acquirenti tedeschi.
Una inchiesta televisiva rivela l’entità delle frodi online
Il programma televisivo ZDFzoom Identità rubata – sulle tracce dei truffatori online, ha mostrato quanto sia facile commettere frodi nel commercio elettronico in Germania . A volte basta solo ottenere il nome e la data di nascita di qualcuno per ingannare i negozi online. La troupe televisiva ha parlato con il capo di una banda di circa 200 truffatori. Attualmente è in prigione perché è stato arrestato dopo sei anni di indagini. Lui e la sua rete hanno rubato circa 13 milioni di euro, generati attraverso circa 26.000 ordini online.
- Il truffatore ordina qualcosa online
- Fornisce un nome e un numero di conto falso o trovato
- Sceglie di pagare via invoice
- Fornisce un indirizzo per ritirare il pacco.
- Ritira, scappa e un innocente si trova nei guai.
La frode non riguarda solo i negozi online, ma anche i consumatori
Nel programma ZDF c’è Mara Bergmann. A suo nome c’erano merci ordinate per un valore totale di 6.000 euro, che hanno causato problemi con le agenzie di recupero crediti e il possibile inserimento in Schufa, l’ente che dal 1927 gestisce le informazioni sul credito che oggi arrivano a 66,3 milioni di persone e 4,3 milioni di aziende.
Ai tedeschi piace comprare per conto terzi
Agli acquirenti tedeschi, piace acquistare per conto terzi e su questa abitudine si è consolidata la difficoltà dei rivenditori tedeschi di eliminare la fattura come metodo rischioso di pagamento.
È vero che c’è l’autenticazione a due fattori, ma se la maggior parte dei consumatori vede queste cose come un ostacolo, si apre un varco ampio in cui entrano facilmente i truffatori.
Il problema è in aumento
Nella sola città-stato di Berlino, nel 2019 ci sono stati circa 19 mila casi con solo il 12% risolti.
Per molti negozi online, è sufficiente ottenere un nome reale e una data di nascita per offrire l’acquisto via fattura. Un cliente dovrebbe anche fornire un indirizzo di casa e un indirizzo e-mail, ma questi non verranno controllati. Possono quindi essere impostati dagli stessi truffatori. E il meccanismo perverso del pagamento via invoice, non permette di scoprire la truffa, fino a quando non partono i solleciti di pagamento.
Il furto di identità non può mai essere prevenuto al 100% e se c’è un problema sul pagamento via fattura con pagamento differito, c’è anche un problema sul pagamento con carte di credito, quando si cambia l’indirizzo di destinazione, senza che il nuovo indirizzo sia inserito nell’account del compratore.
I truffatori sfruttano le falle sulle norme, le abitudini consolidate ed il fatto che spesso il commerciante accetta anche il rischio della frode.
Il problema è quando si raggiungono livelli di guardia che mettono in pericolo, sia l’integrità del business, che la fiducia tra compratori e venditori.