Nuove tendenze per i Retailer, le Aziende e le Tecnologie che modelleranno il 2021
Due cose sono assodate: viviamo in tempi imprevedibili e una pandemia globale continua a cambiare il modo in cui le persone vivono, lavorano, comunicano e fanno acquisti, all’interno di un ambiente che vede la tecnologia digitale accelerare rapidamente.
È facile immaginare che i consuntivi di fine anno 2020 indichino una forte crescita delle vendite online. Nel periodo natalizio la crescita sull’anno precedente potrebbe attestarsi poco sopra il 30% secondo le stime di Adobe Analytics, anche in un quadro di calo generale dei consumi dovuto alla pesante incertezza economica.
Il normale svolgersi delle attività commerciali è stato interrotto dalle decisioni governative di chiusura delle attività e sempre, dove c’è interruzione, ci sono opportunità. Per alcuni va bene, per altri va male. Non è mai questione di colpa, fortuna o preveggenza.
Nessuno aveva previsto nulla – anche se ci affliggeranno la fine di quest’anno con gli oroscopi.
Come evolverà il commercio e quali sono le tendenze da considerare?
1 – Nuovi modelli di negozi
I negozi fisici non scompariranno presto, nonostante il passaggio robusto di consumatori all’ecommerce.
Come i negozi sono cambiati profondamente, per almeno due volte, tra gli anni ’70 ed oggi, altrettanto profonda è la trasformazione in corso.
I negozi, non solo fanno parte del paesaggio urbano, ma contribuiscono anche a dargli forma.
Le forze che modellano la distribuzione sono molte:
- I bacini di utenza, dove il numero degli abitanti non è il solo elemento da considerare, ma anche le classi di età, la densità abitativa, il reddito disponibile…
- I costi di esercizio, che se erano bassi anni fa, non lo sono più da molto tempo…
- La fiscalità generale, che agisce sulle imprese e sui singoli a cui non ti puoi sottrarre e nemmeno differire…
- L’accesso alle merci da vendere…
- La crescente uniformità di proposte, per cui i cosiddetti mercati di nicchia hanno bisogno di un ambito esteso per raccogliere interesse…
Per quanto possiamo considerare specifica e diversa la distribuzione italiana, dalla distribuzione di altri paesi europei e occidentali, sembra impossibile che l’esito di questa rivoluzione sia ritornare alla grandissima varietà commerciale degli anni 80 e 90 – soprattutto in Italia – quando anche i paesi di poche migliaia di abitanti avevano negozi diffusi e specializzati.
Semmai, questo tema coinvolge anche molte città di media dimensione dove la diminuzione delle imprese commerciali già avvenuta nei centri minori, subirà una accelerazione nei prossimi anni.
Il negozio fisico non deve più essere considerato la destinazione finale nel percorso di acquisto.
La combinazione possibile dei punti di forza dei negozi fisici e online, punta a un modello ibrido che trasforma lo spazio di vendita al dettaglio in un centro di esperienza.
Ma quanti saranno in grado di trasformarsi, a che costi e con quali risultati?
La domanda è valida per le piccole e medie attività, ma anche per i brand che vogliono allontanarsi dal concetto tradizionale di corsie e scaffali completamente riforniti.
Cresce l’offerta di appuntamenti di vendita in modo che i clienti possano vedere e provare i prodotti in negozio per poi ordinare online.
Ma questa tendenza si confronta con il tempo lavorativo e il tempo libero, riconoscendo l’importanza degli orari, delle aperture e chiusura, ma anche della diversità e concorrenza che si creerà tra aree ad alta concentrazione commerciale con il resto della distribuzione.
Prima di trovare un assestamento, ci saranno scossoni e lunghe discussioni.
2 – I guadagni aumentano con modelli di business alternativi
Il modello tradizionale di vendita prevede che i rivenditori vendano prodotti ai clienti, secondo un collaudato modello transazionale.
La tecnologia digitale sta diffondendo il pagamento del valore nel tempo. Non che sia una scoperta, molti prodotti sono stati sempre disponibili in abbonamento. Il fatto nuovo è che cresce il numero di consumatori disponibili a comprare in questo modo.
Il confine tra abbonamento, affitto e vendita si sta offuscando.
Gli esempi spesso citati sono Apple che vende in questo modo ad un pubblico di clienti fedeli e Peloton – al netto delle sue alterne fortune in borsa.
Non sono le uniche azienda che si stanno orientando su questo modello, che solo un paio di anni fa sembrava non avere grandi possibilità di crescere.
Il problema da risolvere è come declinare questo modello, quanto spazio potrà prendere e in quanto tempo, considerando che è molto legato alla crescita della vendita online.
L’economia dei resi
Dopo la spedizione gratuita, il reso gratuito fa parte delle politiche di restituzione liberale tipiche dell’ecommerce. Negli Stati Uniti il 16,1% di tutte le vendite al dettaglio sono online e la quota di merce resa è in continua ascesa.
Si stima che in Germania
Le discussioni sulla liceità del reso sono ormai inutili.
Se posso comprare online senza provare la merce, fidandomi solo della descrizione del prodotto, è normale che compri più oggetti, li provi e li verifichi con comodo a casa, per poi restituire quello che non mi interessa: ho solamente mutuato quello che faccio in negozio provando, scegliendo e decidendo di comprare o non comprare.
Che poi Amazon o grandi ecommerce usino il reso come leva competitiva per differenziarsi rispetto ai concorrenti è solo un aspetto di un processo ormai irreversibile. Più cresce l’ecommerce, più cresce l’economia del reso.
Alcune grandi aziende rivendono i propri resi, non articolo per articolo, ma all’ingrosso. Si è creata un’intera industria artigianale di rivenditori che acquistano la merce resa e la vendono direttamente ai consumatori o la vendono all’ingrosso ad altri rivenditori online. Le aziende interessate a questo mercato dovrebbero essere consapevoli che corrono diversi livelli di rischio. Le società di liquidazione all’ingrosso offrono lotti invenduti da rivenditori o produttori e possono normalmente verificare l’autenticità e lo stato della merce.
Ma c’è anche un’altra fonte di inventario generalmente meno costosa; si tratta delle merci importate che, per un motivo o per l’altro, non vengono pagate all’arrivo in porto dei container. Tale merce potrebbe essere danneggiata e solo parzialmente recuperabile
La logistica inversa è un segmento importante del business commerciale.
L’intero meccanismo generale di e-commerce / restituzione / rivendita è sempre più il modello per l’industria globale di vendita al dettaglio di oggi.
Andate a vedere ReBOUND Returns, oppure ShopRunBack.
- L’ intera struttura della vendita online è costruita attorno alle esigenze, ai desideri e alle aspettative dei consumatori, che si esprimono nelle loro recensioni e valutazioni; se hai un sistema di restituzione ostile al consumatore, si avranno recensioni negative e valutazioni negative.
- Migliore è il processo di restituzione, migliori sono le valutazioni.
Capisco che sia un motivo di grande preoccupazione per tutti i rivenditori al dettaglio e all’ingrosso, grandi e piccoli.
Non si ferma questo meccanismo.
I rivenditori devono semplificare la restituzione degli articoli e capire come rivenderli.
E qui c’è spazio per business che rendono il processo di andata e ritorno il più semplice e invisibile possibile, con buona pace di chi non riuscirà a sostenerne il costo.
3 – I centri logistici eclissano le vetrine
I cambiamenti nel comportamento dei consumatori avranno ripercussioni nel 2021.
Le vetrine in affitto nei centri urbani hanno prestazioni inferiori a causa della mancanza di traffico pedonale.
Le zone urbane ad alto rendimento commerciale si ridurranno e resteranno attive nei centri maggiori. Già adesso il polo del lusso non replica i propri negozi in ogni capoluogo.
La sinergia per utilizzare l’ecommerce, passa attraverso la trasformazione di alcuni spazi in mini centri di distribuzione.
Nelle aree periferiche e nei piccoli centri urbani ci sono spazi che possono essere abbinati a servizi di ritiro/consegna dell’ultimo miglio: le edicole, le piccole farmacie di paese (forse).
Anche le vetrine in affitto nei centri commerciali potranno avere prestazioni inferiori a quella data a causa della mancanza di traffico pedonale.
I rivenditori cercheranno di convertirle in centri di distribuzione con la creazione di dark store in particolare se abbinati a servizi di consegna dell’ultimo miglio.
- Amazon considera già questo modello per espandere ancora più la propria impronta e la rete di consegna in giornata.
- Apple ha iniziato a sfruttare i suoi negozi al dettaglio, trasformandoli in centri di distribuzione per una spedizione più rapida dei prodotti ai consumatori.
Questa tendenza è precedente alla pandemia e fa parte di un cambiamento più ampio, ma è chiaro che COVID-19 e il conseguente aumento dell’e-Commerce stanno accelerando il movimento.
4 – L’online diventa personale
Le videochiamate sono già diventate mainstream nel mondo degli affari. Le persone si vedono, condividono schermate e si scambiano informazioni.
I rivenditori stanno anche iniziando a riconoscere il valore della chat video come strumento di consulenza e vendita.
Se un consumatore sta acquistando un’auto, mobili o abbigliamento di lusso, perché non offrire la possibilità di connettersi con un addetto alle vendite o un esperto di prodotto ogni volta che è conveniente? Questo può essere dopo il lavoro, nel fine settimana, anche a tarda notte.
Oltre al fattore convenienza, le consultazioni online consentono di condividere video di prodotti, rivedere le specifiche tecniche, guidare i consumatori attraverso caratteristiche e funzioni in una demo e aumentare la fiducia tramite l’interazione faccia a faccia.
Oggi, la maggior parte degli acquirenti di auto sa già cosa vuole, quando arriva in un concessionari. I ricchi strumenti online hanno eliminato la necessità di visite in salone per alzare il cofano o prendere a calci le gomme.
I rivenditori si rendono conto che questo stesso modello di vendita può fare miracoli per molti altri prodotti e servizi.
Anche in questo caso si può vedere lo sviluppo di Livi Connect che
5 – La consegna diventa la nuova normalità
Cosa vuole il cliente per Natale?
Il cliente per Natale vuole un affare e la consegna garantita.
La chiusura delle attività commerciali ha spinto tutti i servizi di consegna di prossimità. Tra Marzo ed Aprile 2020 Amazon e i corrieri nazionali si sono trovati in difficoltà sulla consegna dei prodotti essenziali.
Oltre che per soddisfare la domanda inevasa, le partnership con le società dell’ultimo miglio hanno sempre più senso: i rivenditori devono cercare di sfruttare i loro negozi fisici per soddisfare gli ordini online effettuati localmente.
Semmai il problema è come integrare questi servizi utilizzando i lavoratori della gig economy, in un quadro normativo che, in Italia, rimane molto incerto.
Il servizio è disponibile per una tariffa fissa di $ 4,99 per ordini superiori a $ 39. Shipt ha anche stabilito partnership con Costco, CVS, Office Depot, Petco.
Shipt ha costantemente aggiunto partner di vendita al dettaglio nuovi e multi-verticali, consentendo così ai clienti di vedere sempre più Shipt come una soluzione semplice per ogni esigenza mentre aiuta le aziende a soddisfare le loro richieste.
Dietro ogni consegna, c’è un acquirente Shipt con una dedizione al servizio clienti.
Il 2021 sarà un anno difficile e interessante!