Più del 30% dei commercianti non vende su Amazon e non prevede di farlo. Il marketplace non funziona per tutti i rivenditori e i marchi, soprattutto perché non possiedono l’esperienza del cliente.
Ecco alcuni motivi per cui i marchi si sono allontanati da Amazon.
Il 33% dei commercianti non vende su Amazon e non prevede di farlo.
Ci sono diversi sondaggi condotti tra rivenditori e marchi che portano questo risultato. Sono molti i marchi che sottolineano gli svantaggi di Amazon, il primo dei quali è che non si ha accesso ai dati dei clienti.
Non controlli l’esperienza del cliente e non puoi fare remarketing sugli acquirenti che acquistano i tuoi prodotti.
Tante aziende non vogliono che l’esperienza d’acquisto del loro prodotto sia l’esperienza di una commodity come spesso è l’acquisto su Amazon. Le esperienze personalizzate di acquisto con cui si costruisce il proprio ecommerce, si perdono quando il prodotto è comprato su Amazon.
Il problema è che spesso il brand è già in vendita su Amazon
Le persone che arrivano su Amazon hanno già una forte intenzione di acquisto e cercano prodotti e marchi. Non solo. I concorrenti del marchio possono utilizzare le ricerche di un brand per spingere i loro prodotti e la presentazione dei prodotti del brand potrebbe essere scadente, perché senza alcuna direzione.
Puoi lanciare il tuo marchio senza essere presente su Amazon, ma più vendi, più ha senso vendere su Amazon. Share on X
Difendere il proprio brand
La scelta del brand può essere motivata dalla volontà di proteggere il proprio marchio. Anche se il brand non è presente direttamente, ci sono sempre molti venditori che vendono prodotti del marchio. Molte pagine prodotto possono essere ben costruite, altrettante hanno nomi, immagini e descrizioni errate.
Indipendentemente dalla volontà dei buoni rivenditori, un marchio vuole sempre avere una identità precisa e trasmetterla al vasto pubblico dei clienti. Ed un marchio ha bisogno dei rivenditori per ampliare la portata del proprio messaggio e la sua influenza sui comportamenti di acquisto.
L’obiettivo del brand è diffondere immagini di qualità, descrizioni accurate, video dove possibile e avere una buona valutazione da parte dei consumatori, eliminando l’alea che il prodotto sia considerato contraffatto, solo perché mal rappresentato.
Ma per diversi marchi, Amazon non è la soluzione giusta.
Il messaggio “se non sei su Amazon, allora non esisti” non è sempre valido.
Ci sono marchi che hanno un fortissimo legame diretto con i clienti, che non hanno intenzione di cambiarlo o di metterlo in discussione, scegliendo di vendere su Amazon.
L’esempio di Nike
Dopo aver concluso un accordo diretto di vendita e un programma pilota di presenza su Amazon iniziato nel 2017, a novembre 2019 Nike ha chiuso il rapporto con Amazon, smettendo la vendita diretta di scarpe e abbigliamento.
La motivazione è stata l’impossibilità di reprimere la vendita di venditori non autorizzati e il peggioramento della posizione di Nike nelle recensioni dei prodotti gestiti direttamente, rispetto al maggior numero di recensioni degli elenchi di prodotti di terza parte.
La stessa posizione di Nike è la posizione di Birkenstock, assunta in anni precedenti.
Ma quanti marchi hanno i muscoli di Nike?
Non tutti i marchi sono Nike e non tutti i marchi hanno seguito la strada di Nike.
E non è solo un tema di cattivi rapporti con Amazon.
Ci sono anche storie di autentico successo come Sodastream, dove il vero ecommerce sembra essere più su Amazon che sullo shop proprietario dell’azienda.
Il consiglio è guardare a se stessi e non agli altri e decidere la migliore strategia di presenza online.
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