Lipstick effect è chiamato quel particolare fenomeno per cui sembra che nei momenti di recessione economica le vendite di rossetto schizzino in alto seguendo gli indicatori della recessione. E Lipstick index è stato chiamato dal board di Estée Lauder questo particolare indice.
In effetti, sembra che le cose potrebbero essere come detto, anche guardando le congiunture economiche tra il 1990 ed il 2001 e quello che è successo subito dopo il 11 settembre 2001.
Indici stravaganti come quello della lunghezza delle gonne, corte in epoca di espansione e lunghe in epoca di recessione.
Hanno tutti un vago sapore sessista, come se il lusso sostenibile fosse solo il rossetto, a cui non si rinuncia, mentre si tagliano altre spese. In realtà molte di queste misurazioni sono parziali e sono solo note di colore. Quanti e quali sono i beni cui si rinuncia in un epoca di incertezza e quanti e quali sono quelli che crescono, è un’opera difficile da portare a fondo.
E’ certo che quello che sta succedendo modifica radicalmente i comportamenti dei consumatori ed ognuno modificherà il suo stile di vita. Non solo nel senso di ridurre alcuni consumi, ma nel senso ben più profondo di cambiare atteggiamento nei confronti di molte cose.
E’ un momento importante in cui nuove opportunità si stanno palesando, nuove tendenze diventeranno abtudini consolidate. Marchi importanti spariranno e nuovi brand e prodotti saranno maggiormente ricercati. Poi se vogliano “condire” tutto questo con simpatiche amenità, nulla lo impedisce.
La realtà però è sotto gli occhi di tutti. Se vogliamo tutti uscire meglio dall’attuale situazione non abbiamo altra strada che produrre, vendere e comprare.
credit to: The Chronicle Herald online Trendsspotting The New York Times