Quando si parla di vendere online e si affronta l’argomento dei marketplaces, spesso sembra si parli di vendite residuali, qualche cantinaro che vende cose banali pescate qui e là, pochi hobbysti che scambiano prodotti tra loro.
La realtà è ben diversa e merita molta attenzione.
Alcuni numeri.
- 152,3 milioni sono i consumatori su eBay nel mondo nel terzo trimestre 2014.
- 894,6 milioni è stato il numero dei pagamenti effettuati su eBay nel Q3 2014
- 20.075 milioni di dollari il valore delle merci vendute nel terzo trimestre 2014 su eBay
- il 40% delle vendite totali su Amazon arrivano da venditori di terze parti, il 60% è vendita diretta di Amazon.
- 92.000 milioni di dollari il valore delle merci vendute su Amazon nel 2012.
- 170.000 milioni di dollari il valore delle merci vendute su Alibaba nel 2012.
- Un terzo delle vendite transfrontaliere in Spagna passano su eBay.es
Ancora.
Questi sono dati di traffico riferiti a marzo 2014 ed arrivano da Comscore.
Vanno messi a confronto con i dati degli utenti su Google e Yahoo ed abbiamo quindi questo schema, per il mercato americano:
- 233 milioni di visitatori unici su Google
- 219 milioni di visitatori unici su Yahoo
- 173 milioni di visitatori su Microsoft e Bing
- 164 milioni di visitatori unici su Amazon
- 104 milioni di visitatori unici su eBay
- 56 milioni di visitatori unici su Walmart
- 44 milioni di visitatori su Target
- ….
In sostanza 625 milioni di visitatori su motori di ricerca e 383 milioni di visitatori sui marketplaces (marzo 2014).
In US il 38% delle ricerche sono sui marketplaces. Possiamo traslare lo stesso dato in Europa.
Il valore chiave.
Il valore chiave di questi autentici giganti della vendita è l’intento.
Quando una persona entra su Amazon o su eBay non vuole conoscere la tua azienda, non gli interessano le tue notizie. Chi entra vuole COMPRARE, al massimo è interessato a conoscere qualcosa di più sul prodotto che sta cercando.
I marketplaces presentano una pura intenzione di acquisto, indipendentemente dalla fase del processo di acquisto del cliente, perché i clienti usano i marketplaces come un motore di ricerca di prodotti e di commercio.
Con un catalogo enorme di prodotti, il metodo di navigazione principale nei marketplaces è la ricerca sul sito. In quanto tale, l’ottimizzazione dei motori di ricerca mirati verso le opportunità e le procedure uniche dei marketplaces può produrre un aumento delle vendite – come il SEO può per il tuo sito di e-commerce tradizionale.
La prima domanda da porsi: vendere sui marketplaces ha un senso finanziario?
Ottimizzare per vendere su eBay, Amazon, Rakuten, Cdiscount, Mercado Libre, ha un senso per il business in funzione dei numeri e delle condizioni generali di presenza sul singolo marketplace.
La possibilità di aumentare le vendite genera abbastanza profitti da giustificare le risorse necessarie per ottimizzare e vendere sui marketplaces?
Se i margini di profitto sono già bassi, la risposta è probabilmente no.
Ma l’unico modo di scoprirlo è provare.
Per tutti coloro che sono frustrati nei loro tentativi di spremere le posizioni in classifica su Google, utilizzare questi siti per avere vantaggi nel search marketing può rivelarsi interessantissimo.
Amazon, eBay, Alibaba, vinceranno sempre la classifica sui motori e porteranno qualche risultato anche al tuo listing.
Ma quando i tuoi prodotti sono altamente ottimizzati su eBay e su Amazon e la vittoria su questo traffico di ricerca produce vendite suoi tuoi prodotti a scapito di quelli della concorrenza, questa è una tua grande vittoria.
Che poi si tratti di uno scenario vantaggioso per il tuo business o semplicemente per i marketplaces è il pezzo fondamentale dell’equazione.
Nei prossimi post una indicazione su come lavorare per ottimizzare su eBay e su Amazon.