Guardare nel recente passato fa capire meglio la grande trasformazione che sta subendo la distribuzione commerciale e fa anche intuire quali potrebbero essere le prossime tendenze.
Perché, come e quando i consumatori hanno cambiato drasticamente abitudini negli ultimi 15-20 anni? Da quando l’e-commerce è diventato ufficialmente lo spauracchio della distribuzione tradizionale? Cosa sta succedendo agli spazi di vendita?
Le domande sono molto interessanti perché non solo coinvolgono le abitudini dei consumatori e le risposte dei venditori, ma anche perché interessano i valori immobiliari di negozi, magazzini, aree commerciali, con spostamenti di cui non si può non tener conto.
Valori immobiliari e non solo.
Molte aziende stanno per integrare le piattaforme internet di vendita al dettaglio all’interno delle strutture esistenti, le imprese sono sotto pressione da parte di dirigenti, rivenditori, consumatori e molti stanno trovando il compito tutt’altro che semplice.
I negozi chiudono, molti non riapriranno più, altrettanti spazi commerciali costruiti nei centri urbani negli ultimi quindici anni sono destinati a rimanere vuoti.
In tante situazioni i centri storici stanno ormai perdendo tutto l’appeal commerciale che solo quindici anni fa si attribuiva loro.
Chi ancora è disponibile ad aprire un’attività commerciale in un centro storico con poca residenza, poco traffico commerciale, pagando affitti fuori mercato per ogni cifra, perché non ci sarà giro d’affari tale da sostenere l’impresa?
Esigenze mutevoli.
Flessibile potrebbe essere una parola non abbastanza forte per far capire come sta cambiando la distribuzione al dettaglio.
Come si vende e da dove si vende:
Quanto sta succedendo nella distribuzione impatta direttamente anche nella produzione. La flessibilità della supply chain è oggi un fattore chiave per le aziende di vendita al dettagli se vogliono soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei consumatori sempre più esperti e sempre più dotati di tecnologia.
I rivenditori e le aziende di logistica che avranno successo saranno quelle più veloci nell’attuare nuove strategie.
Spazi e strategie.
Per anni si è parlato di strategie multicanale per la vendita al dettaglio, immaginando di catturare i clienti nei negozi fisici e di vendere anche online. Il termine si è oggi evoluto in vendita omnicanale per far capire che c’è una sfocatura crescente tra i canali. Ad esempio, i consumatori possono essere in un negozio fisico e comperare online nello stesso tempo tramite il proprio smartphone o con device messi a disposizione dal negozio.
Ciò significa che le strategie per tali spazi devono essere integrate.
Vendita omnicanale si riferisce anche ai vari modi in cui un prodotto può essere immagazzinato, spedito e venduto: vendita tradizionale in negozio, online ed in negozio, oppure vendita basata solo sul web con l’aiuto di personale specializzato nella raccolta, manipolazione degli ordini e nel servizio clienti.
I canali diventano irrilevanti in un mondo senza soluzione di continuità.
Scelte difficili.
Le merci costano, ingombrano, pesano, devono essere maneggiate e spostate. E’ una evidenza che molti non hanno quando si avvicinano alla vendita online. L e merci non si smaterializzano, non compaiono da una parte all’altra ed anche l’idea che si possa vendere tutto in droshipping deve far conto con la fisicità delle merci e con i centri di logistica e distribuzione.
I rivenditori devono fare scelte difficili e dare priorità agli investimenti che li aiuteranno a sviluppare marchi che siano vitali nel mercato fisico e nello spazio virtuale. Non sono solo i rivenditori online che competono con la vendita al dettaglio tradizionale: anche gli innovatori e gli imprenditori sono in gara.
Ridefinire lo spazio.
Contrariamente alla credenza diffusa, gli spazi fisici sono altrettanto importanti per le imprese al dettaglio di oggi come prima, ma il ruolo fisico è cambiato a causa della interattività. Pionieri di questa tendenza sono stati alcuni negozi alimentari con il self checkout.
Altri negozi permettono ai clienti di usare smartphone e tablet per la scansione dei prodotti. Altri ancora stanno pensando ad applicazioni in negozio che si attivano non appena si varca la porta. Ci sono prodotti ed offerte sul sito del negozio e condivisione dei feedback in negozio. Siamo ancora a livello di esperimenti, ma i negozi diventeranno sempre più luoghi di esperienza interattiva.
Competere sul tempo.
Il tempo è il nuovo prodotto. Le aspettative dei consumatori sono molto diverse da alcuni anni fa e si cercano centri commerciali e negozi che sappiano entusiasmare e divertire, oltre che trovare la versione più recente dei prodotti. Lo si vede guardando ai molti centri commerciali che non hanno tenuto il passo e che sono obsoleti – il problema non riguarda, per fortuna, solo i piccoli rivenditori.
Il comportamento dei consumatori al di fuori dei negozi è importante tanto quanto ciò che accade all’interno dei negozi.
La tecnologia, i dati ed anche i social media modelleranno le decisioni imprenditoriali, gli spazi urbani e le scelte immobiliari, guidando la competizione per l’attenzione, il tempo ed il denaro dei clienti.
Le tendenze di oggi modellano gli spazi fisici e virtuali di domani.