Qual è il confine tra pubblicità e SPAM? Ogni giorno le persone vedono, ascoltano, toccano, leggono delle pubblicità che non sono state sollecitate e che non interessano in alcun modo. Ci sono visitatori che si iscrivono alla newsletter di un sito per cancellarsi subito dopo e ci sono coloro che si dimenticano di essersi iscritti e al primo invio di una mail pensano allo spam. La discussione sulla natura dello spam a volte è inutile, e bisognerebbe dire che una pubblicità è spam se colui che la riceve la riconosce come tale. Meglio accettare questa definizione, perché l’efficacia di una campagna potrebbe cambiare quando i riceventi la considerassero come spam (anche se SPAM non lo fosse…)
Ma quali sono i criteri che definiscono una pubblicità come spam?
Meglio ancora: perché alcune pubblicità sono considerate SPAM ed altre non lo sono? Non è solo il fatto dell’interruzione, oppure della pubblicità non sollecitata. Nessuno sollecita la pubblicità.
L’obbligo di consultare la pubblicità.
Clicco da qualche parte e si apre una pubblicità. Scendo la pagina e arriva la pubblicità. Sono forzato a vederla. Mi chiedo quale sia il tasso consapevole di clic su questi annunci e quanti siano un errore statistico. In alcune situazioni arrivo a odiare la marca.
Un accesso bloccato dalla pubblicità.
A volte per accedere ad un servizio sono obbligato a passare per una pubblicità. Se riesco a vedere il contenuto senza preoccupazione, OK per la pubblicità. In caso contrario, si tratta di spam, e il proprietario del sito uno spammer. Una volta che si presenta una alternativa, potrei pensare di cambiare soluzione.
La pubblicità ripetitiva.
Il troppo è troppo. Una volte va bene, due volte ok, ma una newsletter al giorno è un fastidio. Stesso mittente, stesso supporto, sempre offerte pubblicitarie. Per me è spam.
La pubblicità indesiderata.
Non ho mai chiesto di ricevere questo pubblicità. Cioè, l’ho fatto. L’ho fatto quando ho accettato condizioni d’uso che costituiscono accettazioni di ricevere messaggi pubblicitari. In altri termini: abbiamo concordato qualcosa, senza saperlo e non volontariamente richiesto. Anche questo è SPAM.
Bisogna assumere il punto di vista del consumatore per capire come agire.
Dai una possibilità facile e ben visibile di non ricevere più la tua pubblicità.
Un link in basso sulla mail, ben visibile. Ma anche delle pubblicità meno intrusive sul tuo sito web.
Segmenta e pulisci.
Segmenta e pulisci continuamente il tuo database per inviare il messaggio giusto alle persone giuste. Migliora il tuo uso di Google Ads.
Scopri i limiti di sopportazione.
Non appena qualcuno ti dice: E’ troppo! smetti immediatamente. Scopri il limite di pubblicità che è possibile inviare ogni mese. Invia anche indagini di soddisfazione per capire quanto i tuoi prospects sono pronti a ricevere.
Non pubblicizzare quello di cui non hai diritto.
Ogni vendita può essere seguita da mail transazionali fino alla conclusione della stessa. Per inviare altri mail devi aver un permesso. Non promuovere la tua attività su blog o su forum se non hai uno specifico permesso.
Sii sempre chiaro.
Evita incomprensioni, semplifica la tua offerta e semplifica le tue condizioni di vendita. Le persone, che non leggono le note legali, non vogliono essere intrappolate in qualcosa che non capiscono dopo essersi iscritti o aver acquistato…
Se perdi un po’ di soldi sulle vendite è solo una perdita a breve termine. Molto meglio incassare una cifra costante che avere un picco seguito da un lungo baratro, dove ci vorrà lungo tempo e molto danaro per poter risalire la china.