Google modificherà profondamente Google Product Search negli Stati Uniti entro questo autunno eliminando l’inserzione gratuita e migrando verso un programma a pagamento. Nel 2013 questa modifica verrà estesa anche ad altri paesi dove il servizio già oggi si chiama Google Shopping, senza però essere a ancora a pagamento.
L’annuncio ufficiale di questa transizione, Building a better shopping experience, si trova su Google Commerce Blogspot, ripreso poi su Adwords Blogspot.
Timeline per la transizione su Google Shopping con inserzioni a pagamento (in US)
Fine maggio 2012
- Lancio della nuova iniziativa create a better shopping experience su Google
- Inizio della fase di sperimentazione su Google.com
- I commercianti sono invitati a partecipare alla nuova esperienza con le campagne sugli annunci a pagamento.
Periodo di transizione nell’estate 2012:
- Inizia la transizione dal modello ad inserzione gratuita al modello commerciale a pagamento che si chiamerà Google Shopping basato su Product Listing Ads (PLAs).
- I commercianti avranno l’opzione di partecipare a Google Trusted Stores. Google offrirà incentivi per aiutare i commercianti nella transizione al nuovo modello.
- Coloro che si iscrivono prima del 15 Agosto 2012 avranno un buono di 100 dollari in crediti AdWords da usare su Product Listing Ads.
- Chi inizia ad usare PLA prima del 15 agosto 2012 avrà un credito mensile in Adwords pari al 10% della spesa in Product Listing Ad da spendere fino alla fine del 2012.
Autunno 2012:
La transizione al nuovo sistema commerciale su Google Shopping si completa in questi mesi.
Cosa cambia ?
Attualmente i commercianti fanno i salti mortali per consegnare i feed nel formato giusto a Google Shopping e l’inserzione dei prodotti è gratuita. In seguito, nel corso del 2012 su Google.com e nel 2013 per gli altri paesi, i commercianti pagheranno per avere i prodotti esposti su Google Shopping. Una mossa che rende Google Shopping un vero motore di comparazione di prezzi. I commercianti che vorranno che i loro prodotti appaiano ai consumatori su Google Shopping pagheranno delle tariffe di inserzione nel programma PLA (Product Listing Ad).
Il modello potrebbe essere questo
I commercianti potranno continuare ad essere elencati nei risultati naturali della ricerca su Google, come avviene da sempre. Ma chi vuole apparire nelle ricerche dedicate allo shopping, su Google shopping e nella finestra di Google Shopping – nel widget che apparirà dentro i risultati organici – dovrà pagare. Non dovrebbero esserci offerte sulle parole chiave, ma sull’inserzione del prodotto in vendita e la visibilità dovrebbe essere regolata da una combinazione di rilevanza percepita e prezzo dell’offerta.
eBay continuerà ad investire molto su Google Shopping.
Per i commercianti di piccole dimensioni che sono presenti su eBay almeno la buona notizia che eBay continuerà ad usare Google Shopping anche nella versione a pagamento, dopo che di fatto ha quasi colonizzato i risultati con l’inserimento quotidiano delle inserzioni del marketplace.
Un cambiamento profondo.
Nel documento che annuncia la modifica in corso, Google sostiene che questa modifica incoraggerà i commercianti a mantenere le loro informazioni sui prodotti sempre fresche e aggiornate, in modo che quando gli acquirenti cliccano sui prodotti di Google Shopping, il prezzo e la disponibilità siano corretti.
In una dichiarazione su AuctionBytes Sameer Samat, Vice President of Product Management, Google Shopping afferma che “I dati di qualità superiore – che si tratti di prezzi accurati, di ultime offerte o della disponibilità del prodotto – dovrebbero significare risultati commerciali migliori per gli utenti, che a loro volta dovrebbero creare un traffico di qualità superiore per i commercianti”.
In realtà si tratta di un modello già noto ai commercianti che usano i motori di comparazione di prezzo, solo che fa specie che venga ora adottato da Google, dopo che era stato combattuto dallo stesso in nome della neutralità e della imparzialità dei risultati di ricerca.
Searchengineland recupera la dichiarazione agli investitori al momento della collocazione in borsa del 2004 di Google quando si affermava che l’inclusione in Froggle (ora Google Shopping) non sarebbe stata fatta pagare.
Ma da otto anni a questa parte il mondo dell’ecommerce è profondamente cambiato e questa mossa di Google contribuisce a modificare ancora più o scenario.
Se da una parte si rafforzerà la posizione di molti pure players con capacità di spesa, dall’altra potrebbe esserci anche una perdita di risultati interessanti per coloro che non useranno il modello a pagamento. Ci sarà necessariamente da studiare la situazione su google.com per coloro che già ora investono sul mercato americano, in modo da immaginare scenari e strategie anche per il mercato italiano.
Se poi questo significasse un minor numero di annunci AdWords, ogni rivenditore dovrà valutarne l’impatto e pianificare una strategia di mitigazione, perché questo inciderà nelle spese totali che potrebbero anche aumentare in modo imprevisto.
Un altro effetto possibile potrebbe anche essere la diminuzione complessiva delle inserzioni su Google Shopping, perché i commercianti potrebbero scegliere quali inserzioni inviare in funzione di scelte precise di politica commerciale. Si avrebbe una riduzione del “rumore di fondo” e maggiori vendite complessive per le aziende che affrontano il progetto di presenza online con la prospettiva vera di creare un’azienda che funziona.