Mentre ci sono moltissimi utenti che non sanno nemmeno cosa sia il web 2.0, stiamo già parlando di web semantico. Il fatto è che spesso ci arrovelliamo in definizioni e spiegazioni e nel frattempo il pubblico dei consumatori è già da un’altra parte.
Il web 1.0 aveva poco contenuto ed era difficile trovare le informazioni
Agli inizi il web era riservato ad una elite di aziende e di sviluppatori a causa di una tecnologia complessa. I contenuti pubblicitari erano limitati a chi poteva padroneggiare questa tecnologia.
Il web 2.0 fa esplodere i contenuti
Quando si parla di web 2.0 si parla di democratizzazione dei contenuti. Il fatto è che i contenuti sono diventati miliardi di miliardi, perché tutti sono in grado di produrre contenuti, grazie alla facilità di accesso. Il destino di ogni pagina che viene immessa in rete diventa incerto perché la ricerca si complica moltissimo. La ricerca ha quindi bisogno di filtri, perché non riesce a capire il contesto della richiesta che viene fatta.
Il web 3.0 è il contenuto legato ad un contesto
Il web semantico permette di comprendere il contesto del contenuto in relazione alla domanda posta.
Un contesto fa riferimento alle condizioni dentro le quali la particolare richiesta esiste o non esiste.
Il più classico degli esempi è che se io ricerco “Apple” un motore di ricerca non capisce se la domanda riguarda l’azienda Apple o la mela, perché non c’è un contesto in cui la domanda è definita.
Un motore di ricerca semantico assocerà a questa richiesta molte altre informazioni, come la persona che ha fatto la domanda, il luogo da dove viene fatta e la somma dei rapporti di questa persona con l’oggetto della domanda. Insomma, molte variabili sono raccolte per rispondere in modo più rilevante.
Ci sono già alcuni motori che portano ad una ricerca semantica
http://duckduckgo.com/
http://www.powerset.com/
Ma già Google si sta a poco a poco trasformando in un grande motore di ricerca semantica, aggregando sempre più dati e notizie per dare una risposta sempre più pertinente alla richiesta e come anticipava Piersante Panighel in questa intervista del 2007, finisce l’era del posizionamento garantito.